U2, POP MART TOUR , racconto personale, a vent’anni di distanza, del concerto evento di Reggio Emilia.
Ci sono giorni speciali, giorni che ricorderai tutta la vita… giorni in cui puoi dire “io c’ero”.
Settembre del 1997, caldo e io ho tutta la forza dei miei 22 anni nelle vene.
Ma è soprattutto l’anno del Pop Mart Tour degli U2 e non posso perderlo per nessuna ragione al mondo, anche se quel giorno dovrei correre all’università per l’orale di matematica finanziaria.
Ma per quello ci sarà tempo …. per il concerto dell’anno no.
Reggio Emilia 20 settembre 1997 una distesa di anime.150 mila, 200 mila, a distanza di vent’anni nessuno sa ancora con precisione quanti fossimo ma una cosa è certa, nell’aria c’è la palpabile euforia che quello a cui stiamo per assistere sarà il concerto rock più imponente mai realizzato fino a quel momento.
Si parte alle tre di notte in una Padova fantasma, zaini, una maglietta, qualche bottiglia d’acqua e stretti tra le mani quei biglietti pagati 60 mila lire più prevendita, che valgono come l’oro.
Quando arriviamo, di fronte a noi un palco enorme, sovrastato da un gigantesco limone giallo fluo e un’imponente macchina organizzativa.
L’adrenalina cresce, soprattutto perché il sonno perso è servito a farci guadagnare una postazione di tutto rispetto A TRE METRI DAL PALCO!
Ma l’euforia deve lasciar presto spazio allo sconforto perché, come nel peggiore degli incubi, il nostro amico Carlo sviene a due ore dall’inizio del concerto e il trasporto al punto di soccorso più vicino (confesso per un po’ abbiamo pensato seriamente di lasciarlo svenuto lì per terra) ci fa perdere la preziosa posizione guadagnata con tanta fatica.
Ma ormai poco importa, il concerto sta per iniziare e niente conta più, siamo solo noi e gli U2 e la musica di POP MUZIK prima e MOFO poi ci catapulta in una dimensione unica.
Bono Vox saltella da una parte all’altra del palco mostrando i suoi muscoli (finti), e’ un VULCANO!
The Edge, col suo cappello e baffi da cowboy, Adam Clayton vestito da spazzino con caschetto e mascherina e Larry Mullen Jr in versione militare, tutti in splendida forma a far tremare il potentissimo impianto audio.
Sono sempre i magnifici U2 di the Joshua Three, ma vestiti a festa, con un nuovo spirito sperimentale, innovativo, rivoluzionario, iniziato con Achtung baby e proseguito con Zooropa e … nessuno si azzardi a dire che gli U2 sono finiti perché in questa nuova veste sono tornati più grandi e spettacolari di prima.
La folla è in delirio e l’intero concerto è un fiume di emozioni che passano da una coinvolgente STARING AT THE SUN , ad un’adrenalinica BULLET THE BLUE SKY ed una psichedelica PLEASE fino ad arrivare all’apice quando tutti i 150.000 intonano assieme a Bono e soci WITH OR WITHOUT YOU.
DA BRIVIDI
ONE e MLK, che Bono dedica al ragazzo morto due giorni prima a Roma, sono i pezzi in chiusura. Poi si spengono le luci.
Le forze ci abbandonano e un cammino lento e ristoratore ci accompagna attraverso la distesa erbosa verso il parcheggio in una notte che finisce, fresca e umida.
Il mio sguardo cade sul parabrezza di un’auto appannata … e sorrido quando leggo scritto con le dita di una mano tremante ….“io c’ero”!