Da un interesse esclusivo per il rock e il metal, alla particolare predisposizione verso la musica elettronica fino ad arrivare alle musiche per il cinema e spot tv. Abbiamo incontrato Claudio Negro, noto dj Padovano che ha fatto della sperimentazione elettronica il suo marchio di fabbrica.
Claudio, tu componi musica elettronica da quanti anni? com’è nata questa passione ?
La passione l’ho avuta fin da quando ero piccolo, è sempre stata, diciamo, una parte integrante in famiglia.
Mio nonno suonava in un orchestra e mio padre nel tempo libero si destreggiava alla chitarra e alla tastiera.
Io ho iniziato la mia cultura personale ascoltando molto i vinili che trovavo in casa, avvicinandomi inizialmente al rock spaziando dai pink floyd, agli Ac/dc e Billy Idol, dalla musica italiana al jazz, alla musica tribale hawaiana, per poi sviluppare un interesse verso le sonorità più elettroniche e house.
Poi a 14 anni ho comprato i primi giradischi assieme ad un amico e dopo aver imparato a mixare, ho cominciando a suonare in festicciole private di amici, per poi muovere i primi passi nei locali.
Ah, quindi usavi la musica come stratagemma per rimorchiare eh ?
Magari, invece è come per chi suonava la chitarra in spiaggia, hai tutte le ragazze attorno ma alla fine dato che sei impegnato, baciavano gli altri e a te quindi non restava che la passione.
Poi fortunatamente le cose son cambiate, scherzo ovviamente.
In Italia, terra di cantautori e di musica Leggera, che spazio si è ritagliata la musica elettronica ?
In Italia, la musica elettronica è sempre stata una nicchia, ancora adesso nonostante siano stati fatti grandi passi avanti grazie anche a gruppi e dj alle volte è difficile proporre grosse innovazioni, non tanto al pubblico, che ormai è più che preparato, ma a coloro che dovrebbero esserne i promotori.
Questi sono ancora attaccati a concetti musicali antiquati o a mode temporanee. Lo si può notare tranquillamente anche nei locali notturni.
All’estero c’è molta più sperimentazione e comunque una proposta musicale più variegata. I locali più conosciuti sono quelli che propongono musica ricercata.
in Italia sono comunque molto pochi ormai i club di un certo livello, dove è possibile assistere a belle serate.
Le poche discoteche rimaste non vogliono proporre concetti nuovi, tentano di sopravvivere seguendo le mode, affidandosi ai pr e investendo i pochi soldi in ospiti che non portano nulla oltre la stessa serata, invece che investire sui loro dj resident che spesso invece potrebbero fare la differenza.
La mia scelta lavorativa è sempre stata quella di non affiliarmi a nessun gruppo, ho fatto la mia gavetta e affrontato le mie difficoltà. Questo per poter sempre e comunque proporre la mia musica senza condizionamenti.
Hai qualche artista al quale ti ispiri ?
ce ne sono tanti, Reboot è uno di questi per esempio, un artista che sperimenta molto con sonorità ricercate e pezzi molti morbidi.
Solomun, mi piace molto, ma anche Stephan Bodzin e Gabriel Ananda .
La maggior parte comunque sono artisti stranieri, perché, come dicevo prima, all’estero si sperimenta di più e sono emersi artisti molto validi, ad esempio Zip.
Dopo Yellow e Fall on me di recente è uscito il tuo ultimo ep ” one hundred ten” per l’etichetta Stripped Digital. Tutta farina del tuo sacco o hai collaborato con qualcuno per questa produzione ?
Ho collaborato con Oniwax , alias Massimo Bonaldi, noto dj di Padova . Abbiamo ascoltato le idee di entrambi, ci sono piaciute e abbiamo portato a termine questa prima sperimentazione .
Con lui tra l’altro abbiamo provveduto, assieme ad un altro musicista che si chiama Aligi Pasqualetto, a fare la colonna sonora dello spot #1ambulanzaperpadova del Regista Giuseppe Ferlito.
Oltre a fare musica elettronica, hai collaborato per l’appunto col regista Ferlito per la colonna sonora di alcuni suoi lavori, ci racconti come nasce la musica per un film ?
tutto nasce dall’idea iniziale del progetto, dalla sceneggiatura, e sul tipo di emozioni da trasmettere.
La musica diventa molto importante per aumentare la potenza delle immagini , è un connubio molto forte e Giuseppe ha sempre capito l’importanza di questo .
Per esempio quando Giuseppe (Ferlito) mi ha proposto di scrivere assieme a Massimo Calore la colonna del film “Presto farà giorno” , ci ha raccontato il tipo di emozioni che dovevo trasmettere e abbiamo lavorato su quelle.
In genere comunque i processi sono due, o il regista ha in mente come dovrà essere svolta la scena e ti trasmette le emozioni che vuole esprimere, oppure vuole fare una clip particolare, sta ancora pensando a come poterla girare e in questo caso la musica gli viene in aiuto. Qui è lui che adatta il video e le immagini alla musica.
C’è una clip particolare in “Presto farà giorno” dove c’è stato questo processo qui, ovvero prima è stata creata la musica perché c’era già l’idea di base, il montaggio della scena è stato fatto a posteriori.
Come si fa a farsi conoscere come compositore di musica per il cinema, o di spot pubblicitari?
E’ un ambiente abbastanza chiuso e se non sei conosciuto non è facile entrare, bisogna pertanto provarle tutte.
Ti scontri con un mondo dove i produttori preferiscono investire su nomi più blasonati perché non vogliono rischiare , anche se come cosa va bene fino ad un certo punto perché facendo cosi le colonne sono molto standardizzate .
Hai qualche consiglio per i giovani che vogliono intraprendere la carriera del dj ?
Banale come consiglio, ma bisogna sempre mettersi in discussione, andare per locali, ascoltare tutti i generi musicali (che piacciano o no ,) perché da essi puoi prendere varie fonti d’ ispirazione che ti permettono di aprire la mente su più sonorità e fare quindi maggior ricerca.
Non bisogna mai fossilizzarsi, bisogna girare per il mondo e fare tanta gavetta, senza rifiutare di suonare nelle ambientazioni più disparate perché ogni evento propone le sue difficoltà e solo se le conosci le affronti e le superi, se non le conosci rischi di impantanarti durante l’esibizione e non rispondere ai gusti del pubblico presente.
Non sempre la gente risponde positivamente a quello che suoni, molto spesso i dj passano i pezzi famosi che vanno per radio pensando che vada bene per tutte le situazioni, ma non è vero perché i gusti variano a seconda del target che hai davanti.
Un dj infine, deve suonare tutto , dal vinile al cd e non farsi influenzare solo dalle tecnologie. Il pc lo puoi e le devi usare ma per sperimentare, se lo usi solo per mettere su pezzi col sincronizzatore, non sei un dj, sei un juke box.
Quali sono i tuoi progetti futuri ?
Sto lavorando al nuovo EP sempre in collaborazione con Oniwax e poi ad altri progetti dove uscirò solo col mio nome e poi spero di continuare con altre collaborazioni nel mondo cinematografico, che è la mia vera passione.
Grazie per la chiacchierata Claudio
Grazie a Voi !