Continuano le nostre interviste alle “Stelle Buone” di Cristina Donà. Oggi è la volta dei Blindur, un duo napoletano con una spiccata influenza nord Europea. La loro musica è caratterizzata da sonorità folk e post rock, i testi traggono ispirazione dalla poetica delle canzoni d’autore italiane. Sono solo in due, ma il suono è ricco e articolato grazie all’uso dei molti strumenti (chitarre acustiche ed elettriche, banjo, tamburello…) che uniti agli effetti e all’elettronica fa si che la sensazione sia quella di ascoltare un gruppo composto da più musicisti. Un suono unico, davvero esplosivo!
I Blindur sono due amici, Massimo De Vita cantautore, polistrumentista e produttore, e Michelangelo Bencivenga, polistrumentista. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Massimo che ci ha raccontato come sono nati e quali sono i loro progetti futuri.
I Blindur hanno appena 3 anni, ma avete entrambi un passato nella musica, come vi siete formati?
Il progetto è nato 3 anni fa, suoniamo insieme dai tempi del liceo, abbiamo cambiato diverse band fino all’ultima che si è sciolta 4 anni fa. Ci siamo ritrovati soli e abbiamo deciso di continuare a sperimentare insieme e così, in modo del tutto naturale sono nati i Blindur.
Cosa significa Blindur?
Blindur significa “cieco” in islandese. Il nome è nato dopo una chiacchierata con Birgir Birgisson, storico fonico e produttore dei Sigur Ros, una band che ha molto influenzato la nostra musica e che è stata ispirazione. Blindur ha un significato intuibile e un suono fluido, inoltre l’idea della cecità e quindi del voler vedere oltre ci rispecchia molto.
Chi di voi due è appassionato di musica folk e nord europea?
Sicuramente io, vengo spesso soprannominato il Nordico! Sono sempre stato attratto dalla musica nord Europea, in particolare quella islandese. E’ stato però facile contaminare anche Michelangelo che è diventato subito fan. Ci piacciono molto le espressioni pure e popolari come il folk che riesce ad arrivare dritto alle persone.
La vostra carriera è frutto di un percorso costruito o si è realizzata in modo naturale?
Quando abbiamo iniziato a suonare come Blindur abbiamo dovuto ricominciare da zero, fare un passo indietro rispetto alla nostra esperienza nelle band precedenti. E’ stato difficile, ma l’entusiasmo non ci è mai mancato. Nel primo anno e mezzo abbiamo suonato ovunque capitasse e abbiamo partecipato a numerosi concorsi vincendoli quasi tutti. Carichi dell’approvazione e del successo riscontrato ci siamo buttati in questa avventura in maniera totalizzante, arrivando a suonare, nei primi due anni di attività, in più di 150 concerti tra Italia, Belgio, Islanda, Francia, Germania e Irlanda, prendendo anche parte ad importanti festival internazionali.
Voi cantate in italiano, ma avete riscontrato successo anche fuori dall’Italia partecipando a festival importanti come l’Iceland Airwaves Music Festival e il Body&Soul Festival a Westmeath, come vi spiegate questo successo?
Suonare e stare in giro in mezzo alla strada è nel nostro DNA. Quando suoniamo all’estero non riscontriamo limiti dovuti alla lingua, la nostra musica suonata in contesti folk crea sempre un’atmosfera unica, intima e rarefatta, il coinvolgimento emotivo della musica fa tutto. Inoltre ci capita spesso che dopo la performance il pubblico incuriosito ci faccia domande sul significato delle nostre canzoni.
Parliamo dell’esperienza con Cristina Donà, come vi siete conosciuti e come avete scelto la canzone che avete po interpretato nell’album “Tregua 1997- 2017 Stelle Buone”?
La nostra storia è piena di incroci casuali che hanno fatto si che arrivassimo alla realizzazione del disco. Nel 2016 abbiamo sentito suonare da Cristina Donà una versione incredibile di Universo, nel backstage l’abbiamo conosciuta e tra un complimento e l’altro le abbiamo detto che avevamo arrangiato anche noi una versione di Universo che sarebbe stato fantastico poter duettare con lei. Incuriosita ci ha chiesto di inviargliela e dopo averla ascoltata ci ha riempito di complimenti e stima. Quando ci ha chiamato, raccontandoci il progetto di Stelle Buone non stavamo più nella pelle. Ci siamo concentrati su 2/3 brani e insieme abbiamo scelto Piccola Faccia.
Domanda di rito nelle nostre interviste: cosa consiglieresti a un artista emergente?
Noi abbiamo tre regole d’oro:
#1 Non pensare di essere arrivati, mai. Bisogna essere sempre umili e restare con i piedi per terr. Quasi sempre ad ogni successo corrisponde un contraccolpo, i piedi per terra aiutano a reggere gli scossoni.
#2 Pazienza e determinazione sono le parole chiave per raggiungere l’obiettivo.
#3 Suonare ovunque, investire tempo ed energia nella gavetta che è senza dubbio la miglior scuola.
Cosa pensi dei talent?
I talent sono la TV, non la musica. Ci sono artisti che riescono a esprimersi meglio in quel mondo e altri come noi che per raccontarsi hanno bisogno di pubblico e palco. Sono due approcci differenti.
Infine, anticipazioni per i vostri fan?
In pentola abbiamo qualche progetto, sicuramente ci sarà un tour invernale e poi ci prenderemo una pausa per lavorare al nuovo disco. Ci piacerebbe far uscire un EP di cover assieme agli artisti originali.
In bocca al lupo ai Blindur per la loro nuova avventura e chissà che non si realizzi il loro sogno e nel prossimo EP li sentiremo duettare con Cristina Donà!